Nonostante i recenti successi, serve una “politica innovativa” per avanzare sulla strada della “riduzione della povertà”, e colmare così il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Lo ha detto mons. Silvano Tomasi, rappresentante della Santa Sede presso la Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Unctad), che si è riunita nei giorni scorsi a Ginevra. “Le buone prestazioni del mondo economico e i benefici della globalizzazione – si legge nel testo dell’intervento, diffuso oggi dalla sala stampa della Santa Sede – non sono equamente distribuiti tra i Paesi. La crescita significativa degli ultimi anni non è stata ancora consolidata in diversi Paesi poveri, principalmente in Africa, che sono ancora ai margini del processo di sviluppo”. Di qui la necessità di proseguire sulla strada intrapresa con gli Obiettivi del Millennio (Mdg) e con le “varie iniziative” di riduzione del debito: “Tutte rivolte – ha sottolineato l’esponente vaticano – a dare un decisivo contributo alla riduzione della povertà e alla sua eliminazione”, e che hanno “creato aspettative crescenti tra i Paesi in via di sviluppo”. Tra gli accorgimenti suggeriti da mons. Tomasi, la consapevolezza che “il capitale umano è centrale in ogni programma di sviluppo” e l’attenzione alle “tradizioni locali”, affinché non vengano minacciate dal processo di globalizzazione.
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