Icone antiche, oggetti liturgici, stampe, disegni e manoscritti dell'arte religiosa etiopica, questo ed altro per "Nigra sum sed formosa", la mostra allestita a Cà Foscari Esposizioni, l'impianto creato dall'ateneo veneziano, di quasi 1.000 metri quadrati, affacciati sul Canal Grande, dal 13 marzo al 10 maggio. Il titolo della mostra, presentata oggi a Roma, nei Musei Vaticani, rinvia al celebre versetto del "Cantico dei Cantici", interpretato in relazione alla regina di Saba e scelto per ricordare l'antichità dell'esperienza religiosa biblica e cristiana in terra etiopica. "La cultura etiopica - ha affermato il Cardinale Giovanni Cheli - è ricca anche nel campo dell'arte, specialmente dell'arte cristiana e sono sicuro che coloro che andranno a visitare questa mostra ne saranno molto soddisfatti". "Il messaggio della mostra - ha aggiunto Mons. Silvano Tomasi - è che dall'Africa non vengono soltanto la fame, i conflitti e le guerre etniche ma c'è anche un'antichissima e bellissima tradizione di un esempio di un Cristianesimo totalmente incarnato nell'Africa, totalmente africano e totalmente cristiano". "Quindi - ha spiegato Mons.Tomasi - la bellezza che viene espressa attraverso le icone, i manoscritti illuminati e le croci, che sono un pò il simbolo di ciascuna delle provincie dell'Etiopia che ha voluto sviluppare la sua identità attraverso un modello di croce particolare, sono una testimonianza che ha valore oggi e continua a parlare al mondo di oggi. Un mondo però - ha sottolineato - sconosciuto, di cui si parla poco e di cui si conosce molto poco".
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"Nigra sum sed formosa" è la prima rilevante mostra sull'arte religiosa etiopica che si tiene nel nostro Paese ma si caratterizza anche per il fatto che, accanto alle opere originali, appaiono materiali tipici di un ambito multimediale. Infatti, sono presenti anche immagini fotografiche ad alta definizione proiettate su tutta la parete, video di archivio ed altri realizzati per la circostanza, spezzoni di filmati e di documentari, registrazioni musicali. La mostra ha proprio un'apposita ed articolata colonna sonora, che varia di sezione in sezione, ma sono previste anche guide multimediali orginali, come le spiegazioni, riprese nelle settimane precedenti, di Stanislaw Chojnacki, patriarca degli studi moderni sull'arte etiopica, trasmesse in loop in alcuni punti salienti del percorso espositivo, su schermi ad altezza naturale e ad alta definizione, quasi mettendo a disposizione dei visitatori una guida-ologramma. L'uso della multimedialità consente così di ricostruire un contesto più credibile alla singola opera garantendo una più adeguata conoscenza dell'arte etiope, specie per quanto riguarda manufatti non trasportabili.
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