La Santa Sede sostiene gli sforzi per un’educazione inclusiva che rispetti la persona e non riduca lo sviluppo a mero fatto economico: è quanto sottolineato dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, in occasione della 48.ma Conferenza internazionale dell’Onu sull’educazione, svoltasi in questi giorni a Ginevra. L’osservatore vaticano ha affermato che l’approccio inclusivo dell’educazione si afferma attraverso la promozione di una società rispettosa della dignità di ogni uomo, che va oltre il criterio dell’efficienza. “L’attuale crisi finanziaria – ha avvertito il presule – ci offre una lezione concreta: solo la persona che concepisce le relazioni con gli altri superando il criterio della produttività può valutare la realtà in una prospettiva bilanciata e assumere una responsabilità appropriata”.
D’altro canto, ha rilevato, se è importante un’economia che offra occasioni di lavoro dignitoso, è ancor più rilevante promuovere “la coesione sociale e la mutua accettazione e l’apprezzamento delle diversità”. Mons. Tomasi ha quindi messo l’accento sul ruolo irrinunciabile dei genitori nell’educazione delle nuove generazioni e della scuola. Quest’ultima, ha auspicato, deve essere un ambiente in cui trovino spazio relazioni positive tra i diversi membri della comunità. Nel 60.mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, l’osservatore vaticano ha quindi levato un appello affinché si raggiunga l’obiettivo dell’istruzione per tutti, indicato negli Obiettivi del Millennio. In particolare, il presule ha ricordato che nell’Africa subsahariana sono ancora 38 milioni i bambini che non hanno accesso alla scuola primaria. L’educazione inclusiva, ha concluso l’arcivescovo Tomasi, è uno strumento importante per “favorire il dialogo tra le persone, i popoli e le culture nella loro diversità creativa”. (A.G.)
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