Stemma Episcopale

Stemma Episcopale
Questo e lo Stemma Episcopale del ArciVescovo Mons. Silvano Maria Tomasi, missionario Scalabriniano. Lo stemma ricorda il patrono della congeregazione Scalabriniana voluto dal Beato G.B. Scalabrini, San Carlo Borremeo nel suo stemma ce questa scritta Humilitas.

giovedì 19 marzo 2009

Mons. Tomasi: la crisi alimentare mondiale minaccia la pace

“Il diritto al cibo riguarda il futuro della famiglia umana e la pace della comunità globale”: è il punto saliente del discorso dell’arcivescovo Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU di Ginevra. Il presule è intervenuto ieri al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, nel corso della Sessione speciale dedicata all'attuale crisi alimentare. Il servizio di Isabella Piro:





Inquadrare la crisi alimentare mondiale nel contesto dei diritti umani: questo il primo passo che la comunità internazionale deve compiere, ha sottolineato mons. Tomasi. “Siamo di fronte a sfide travolgenti per nutrire adeguatamente la popolazione mondiale – ha detto - nel momento in cui l’aumento dei prezzi del cibo, in tutto il mondo, minaccia la stabilità di molti Paesi in via di sviluppo”. Per questo, ha ribadito il presule, è necessaria “un’azione internazionale combinata”, che faccia attenzione “alle disfunzioni del sistema commerciale mondiale, dal momento che ogni anno 4 milioni di persone vanno ad ingrossare le fila degli 854 milioni di coloro che soffrono di fame cronica”. Una fame che, ha continuato mons. Tomasi, spesso produce carenze educative e sanitarie, conflitti, migrazioni incontrollate, degrado ambientale ed anche fenomeni terroristici. Ma alla base della crisi alimentare, ha aggiunto il presule, non c’è solo la mancanza di cibo, quanto piuttosto l’impossibilità “di accedere, sia fisicamente che finanziariamente, alle risorse agricole”.



Certo, ha detto mons. Tomasi, il primo obiettivo per lo Sviluppo del Millennio è quello di dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che vivono in estrema povertà, ma spesso “gli obiettivi dichiarati non sono accompagnati da politiche concrete”. Il risultato è che, a causa del rincaro dei prezzi del cibo, un miliardo di persone dei Paesi poveri è costretto a spendere ogni giorno il proprio reddito quotidiano di un dollaro per nutrirsi. Di qui, l’appello dell’osservatore permanente della Santa Sede a guardare al problema della malnutrizione non solo come “ad un’emergenza temporanea”, ma “nel contesto di una crescita economica giusta e sostenibile”, puntando quindi a misure riguardanti “non solo lo sviluppo agricolo e rurale, ma anche la salute, l’educazione, il ruolo delle leggi ed il rispetto dei diritti umani”.



Poi, il richiamo ad “un rinnovato impegno” soprattutto in Africa; l’appello affinché “il dovere alla solidarietà verso i membri più vulnerabili della società sia riconosciuto” e l’esortazione a guardare la crisi alimentare “in una prospettiva etica”, così che “l’accaparramento e le speculazioni siano inaccettabili ed il diritto del singolo individuo alla proprietà, incluso quello delle donne, sia riconosciuto”. Mons. Tomasi ha poi suggerito l’organizzazione di cooperative per ovviare ai limiti delle piccole aziende agricole, danneggiate dalle imprese multinazionali: “Lo sfruttamento della terra per la produzione di cibo e di altre risorse – ha detto – deve essere bilanciato non dal mercato, ma da meccanismi che rispondano al bene comune”. Infine, il presule ha ribadito la necessità di “una nuova mentalità” che ponga “l’uomo al centro e non si focalizzi semplicemente sul profitto economico”: “Troppe persone muoiono ogni giorno di fame – ha concluso mons. Tomasi – mentre risorse immense vengono stanziate per le armi”. Una situazione insostenibile, poiché “il diritto al cibo riguarda il futuro della famiglia umana e la pace globale. (Radio Vaticana)

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