CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 3 giugno 2009 (ZENIT.org).- La Santa Sede ha levato la propria voce in favore dei diritti delle vittime dei conflitti e delle varie categorie di armi e munizioni, che devono poter ricevere assistenza senza alcuna discriminazione.
Si è fatto portavoce di questa posizione l'Arcivescovo Silvano M. Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso gli uffici delle Nazioni Unite e altre istituzioni internazionali a Ginevra, nella sessione del gruppo di esperti governativi degli Stati che hanno ratificato il Protocollo sui residuati bellici non esplosi o abbandonati, svoltasi ad aprile, ma il cui intervento è stato reso pubblico dalla Santa Sede nei giorni scorsi.
Il Protocollo fa parte della Convenzione sul divieto o la limitazione di alcune armi convenzionali che possono provocare effetti traumatici, eccessivi o indiscriminati sulle persone, che ha trovato i suoi primi promotori proprio presso la Santa Sede.
L'Arcivescovo Tomasi ha innanzitutto insistito sul fatto che le vittime dei conflitti e delle armi “devono ricevere un'assistenza appropriata e specifica, senza alcun tipo di discriminazione”.
Le vittime dei resti esplosivi di guerra “non si aspettano un aiuto per sopravvivere, ma che si gettino le condizioni che permettano loro di essere membri a pieno diritto delle società in cui vivono, per poter offrire il proprio contributo alla prosperità e alla pace, perché sono i primi a comprendere quali siano la natura dei conflitti e le loro conseguenze”.
Chiede un'assistenza degna per evitare qualsiasi discriminazione
In secondo luogo, monsignor Tomasi ha sottolineato la necessità di aiutare i Paesi in via di sviluppo ad assumersi la responsabilità di farsi carico delle vittime.
Il rappresentante papale ha quindi chiesto che vengano garantite le risorse umane ed economiche necessarie per assistere le vittime dei conflitti, creare le strutture necessarie per la loro riabilitazione fisica e psicologica, creare strutture educative e formative per permettere il reinserimento sociale, economico e politico delle vittime e tener conto del fatto che la politica di assistenza include anche il contesto familiare e comunitario della vittima.
L'intervento di monsignor Tomasi fa parte di un'autentica campagna che la Santa Sede sta promuovendo alle Nazioni Unite contro gli armamenti e che ha avuto un'altra importante manifestazione il 5 maggio con l'intervento dell'Arcivescovo Celestino Migliore nella sede di New York per chiedere la ratifica del Trattato di Non Proliferazione delle Armi Nucleari (cfr. ZENIT, 7 maggio 2009).
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